Teatro

RUMORE DI ACQUE al Teatro delle Passioni di Modena

RUMORE DI ACQUE al Teatro delle Passioni di Modena

Da giovedì 22 a sabato 24 marzo, il Teatro delle Passioni ospiterà Rumore di acque, seconda tappa del trittico Ravenna – Mazara 2010 a cura del Teatro delle Albe. Tre opere che dipingono un affresco dell’oggi eleggendo Mazara del Vallo, città siciliana situata nella provincia trapanese, luogo simbolico e nel contempo reale di frontiera tra il continente europeo e quello africano.

In una fantomatica isoletta tra l’Europa e l’Africa, in una vulcanica, ribollente porzione di terra vive un solo abitante, un generale dai tratti demoniaci e dagli occhi lampeggianti a cui un altrettanto fantomatico Ministero dell’Inferno ha affidato l’incarico di stilare un computo dei dispersi e dei morti in mare.
Nella sua divisa tempestata di onorificenze e medaglie, Alessandro Renda effettua l’accoglienza dei rifiutati: con voce metallica, quasi come un robot disumanizzato, ripercorre la storia dei dispersi in mare di cui ricorda soltanto il nome e a cui associa un anonimo numero.

Così il regista e autore Marco Martinelli ritrae il suo protagonista: “Ai ‘brownies’ (gli oscuri come li descrive Robert Louis Stevenson ndr) devo la figura del generale, essere mostruoso, metà umano, metà animale. Un animale sconosciuto. È voltato di spalle, fa per voltarsi ma non ci riesce, volta appena la testa come se avesse il collo incriccato, non riesco a riconoscerlo. Assomiglia a qualcuno, mi pare, a chi? Piegato su un ammasso di carte, nudo, peloso come se indossasse una pelliccia, davanti a una pila di fogli pieni di numeri trascritti malamente, segnacci, sgorbi. Li guarda, li mette in ordine, la salsedine li ha consumati, qui non si legge, neanche questa cifra si legge, di scatto butta a terra tutti quei fogli, esasperato. […] Quel generale acido e nevrotico, quel funzionario che ne ha le scatole piene di star lì a contare numeri e morti in fila, un lavoraccio, tutti i giorni così, pure mal pagato da quelli delle capitali, quel ragionierino demoniaco e sarcastico, quello spettatore impotente davanti ai telegiornali, quello, proprio quello, siamo noi. Sono io.

Dietro ogni numero si cela una storia, una tragedia personale che emerge evocata dal mare: donne sfruttate, picchiate, mercificate, bambini e uomini pronti a partire, ad abbandonare la propria terra nella speranza di assicurare la sopravvivenza alla loro famiglia.
Per ogni numero ridotto a semplice statistica, per ogni rifiutato, per ogni “non identificato” risuona impietosa la campana a morto dei fratelli Enzo e Lorenzo Mancuso. La loro musica, eseguita dal vivo con strumenti che spaziano dal violino all’ocarina, assume una forte valenza simbolica fungendo da cassa di risonanza per ogni tragedia, come potenti voci di satiri antichi che gridano dal profondo degli abissi il dolore di un’umanità rifiutata.

Sabato 24 marzo,ore 17, la compagnia del Teatro delle Albe incontrerà il pubblico presso il Foyer del teatro. Condurrà l’incontro Franco Nasi, Università di Modena e Reggio Emilia. Ingresso libero.

Info: https://www.emiliaromagnateatro.com